Late for a Song è il nuovo,
secondo disco dei Dead Cat in a Bag. Dopo la lusinghiera accoglienza
della critica per il primo album, Lost Bags, e le incursioni live in
sestetto e quartetto, la band ha radicalizzato il suo approccio
nomadistico al folk: Late for a Song. L’album è prodotto da
Roberto Abis, registrato ovunque, perfezionato al Superbudda di
Torino da Giupi Alcaro e vede tra i compagni di viaggio Enrico
Farnedi, (Goodfellas), Fabrizio Rat Ferrero, Valerio Corzani (Mau
Mau, Ex), Davide Tosches e Vito Miccolis.
I Dead Cat in a Bag si formano a Torino
circa 7 anni fa. I componenti della band sono tutti impegnati, in
varie forme, nello spettacolo (colonne sonore teatrali, recitazione,
riprese, regia). Il progetto è multiforme di natura, folk per
attitudine, instabile per necessità. L’idea di base è quella di
riattualizzare e personalizzare il cantautorato oscuro della vecchia
scuola (che la critica rintraccia spesso nei nomi di Waits, Cave,
Lanegan, Reed, Cohen) ibridandolo con la propensione al paesaggio
sonoro, alla trasversalità degli arrangiamenti, alla sincerità
della confessione, passando attraverso le influenze più disparate
(oRSo, Calexico, John Cale, A Hawk and a Hacksaw, Pogues, Howe Gelb,
Jacques Brel, Gyorgy Kurtag). Alcune canzoni sono tanto peculiari,
nella loro semplicità, da non trovare facili paragoni e definizioni.
E va benissimo così. Soprattutto, la voce è meno roca di quanto non
sembri a un primo ascolto.
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